Userò la sciarpa, funzionerà

Userò la sciarpa, funzionerà

lunedì 20 giugno 2011

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A vederle da fuori le vite degli altri sembrano un po’ tutte uguali. E probabilmente anche dal di dentro. Anche se poi quelle degli altri, per qualche motivo, a pensarci bene uno poi non è che se ne capacita, sembrano migliori della propria. E a vederla davanti a quel pc si avevano proprio queste impressioni. La felpa grigia comoda, la tuta, quel mettersi in posizioni improbabili sulla sedia. A vederla così si direbbe che stia tremendamente scomoda. E invece no. Lei non sta scomoda. Anzi. I piedi che non stanno un attimo fermi, come in un balletto di un video di quel pezzo che fa: aserere a sere ne sere su ne sere tu de gebere sebinova ecc ecc. Mi pare si intitoli Ketchup song – Dio abbia in gloria google. E a vederla così è una come tante. Né bella né brutta. Né simpatica né antipatica. Né ricca né povera. Una come tanti, come tutti insomma. L’unica cosa che aveva di particolare era un occhio chiaro e uno scuro. Come i cani. Giulia non è brutta, ripeto. Una come tante, ma comunque fatta bene, il labbro superiore, forse, un po’ troppo sottile, forse. Le mani, belle. Fondamentalmente piacevole nelle conversazioni. Insoddisfatta del rapporto con il moroso. Ma allo stesso tempo coinvolta. Coinvolta a tal punto di farsi trascinare in questa cosa pazzesca. Un po’ come Alberto con Tommaso. Alberto per Tommaso si sta interessando alla vicenda Mike. E lo stesso fa Giulia con le cose di Luca. Che poi diciamoci la verità, Luca a vederlo così non sembra proprio un tipo magnetico. Sembra più un freakettone figlio di papà che si ritrova a lavorare al comune. A parte l’essere mezzo freakettone, tutto il resto non c’entra niente. Però aveva le idee ben chiare su certe cose e quando ne parla gli si illuminavano gli occhi. Erano un po’ una di quelle coppie che si vedono negli sceneggiati sugli anni settanta, sulle BR o robe del genere, dove due che stanno insieme non hanno una vera e propria relazione fatta di sesso e/o sentimenti vari, ma stanno insieme più per un’idea comune, uno scopo, una fantomatica causa. Lei all’inizio rimase affascinata dai suoi silenzi. Oggi quando ci ripensa non riesce a capire bene il perché oggi si ritrovi a essere la sua ragazza. Che poi non fanno nulla di quello che una coppia nella norma fa. Ma forse sono io, narratore onnisciente, a essere stato influenzato troppo da certe cose viste in tv. Che poi nonostante domani mattina l’aspetti la solita sveglia per andare al lavoro, resta ancora a navigare. Che poi è proprio un controsenso: navigare in rete. E sta lì, tra momenti di pausa stagnante e altri di iperattività sui tasti. Questo conoscersi senza sapere chi è l’altro, senza vedersi, senza doversi preoccupare quasi di nulla. Questo avere diverse finestre aperte sulle varie community, sui diversi forum e chat, riesce a essere un’altra se stessa in parallelo. Un po’ come in Fight Club con i gruppi di sostegno che aiutavano Edward Norton a dormire. Ogni volta che ha un interesse nuovo va in rete e cerca altri che possano esserne appassionati. Che duri a lungo o solo due giorni poco importa. Per il tempo che dura lei si quasi annienta davanti allo schermo per questa o, piuttosto, quella cosa.
Ora, per motivi che non sto qui a dire, ha preso a frequentare quei forum dove fanno domande veramente idiote. Del tipo qualcuno sa dirmi qual’è... con di seguito cose allucinanti. Il fatto di essere nella maggior parte dei casi poco attiva in questi forum è dovuto soprattutto alla propria natura di osservatrice. Lei si mette lì è acquisisce informazioni e poi elabora teorie proprie. E anche qui poi non si spiega come invece con alcuni utenti alla fine entri in un contatto. Una misantropa convinta – diciamo che poi lavorare come cassiera alla COOP non è che l’abbia aiutata molto ad avere un’idea più positiva verso il prossimo – che in certe situazioni sente un'urgenza incontrollabile di avere un contatto umano.

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