Userò la sciarpa, funzionerà

Userò la sciarpa, funzionerà

lunedì 12 dicembre 2011

25

Con lo sprovveduto tappo di una penna bic malcapitato sul bancone, Tommaso giocava con la sua barba proprio come può fare un cane quando si gratta. E lo faceva peggio, perché un animale lo fa in una maniera del tutto spontanea: Tommaso si raschiava la guancia con un mordente e con una concentrazione incomparabile, innaturale, proprio mentre ascoltava il gruppo che non conosceva ma che erano bravi, ripeteva. Alberto, invece, aveva lo sgabello rivolto verso la porta d'ingresso e, in tal posizione, qualcuno avrebbe potuto leggere in lui una vivacità improvvisa sul suo viso quando ci fu l'arrivo di Giorgia. 

Invece non saprei dire molto del locale dove stavano trascorrendo una serata che, per Alberto, stava diventando pesante come un pezzo di piombo e per ragioni che lui non si sarebbe mai aspettato: era un locale risaputo, frequentato soprattutto da giovani studenti o giovani disoccupati. Ultimamente Tommaso si lamentava del fatto che fosse fin troppo invaso da canaglia ma nelle sue vorticose meditazioni, nelle sue giornate così tanto rivolte al pratico e all'immediato, al necessario, aveva perso di vista la sua età che, inesorabilmente, aveva superato i trenta. 
Nonostante la canaglia in circolazione, il Frizzo era un posto ben tenuto dal padrone, con bei toni di colore delle pitture interne, un curato arredamento in legno e bei quadri esposti a rotazione mensile da artisti locali; un locale per stare insieme a parlare, a bere, a fumare ma anche per stare soli per ascoltare buona musica con un po' di alcol nelle vene. E quel gruppo musicale, che i due stavano ascoltando con accesa curiosità, era una novità: in passato c'erano stati concertini, solitamente duetti o improvvisazioni a due strumenti, una volta ci fu anche un solista violoncellista. Il gruppo che suonava quella sera, invece, con il cantante giovane e dalla barba canuta e con il batterista che menava troppo, era un'anomalia della storia del Frizzo. 
Alberto era entrato lì sereno ed ora si era impiastricciato con i propri sentimenti rimanendo in ascolto con un pesante silenzio. Anche perché non aveva più neanche la voglia di sforzarsi di parlare all'orecchio di Tommaso dato il fracasso che li circondava. Pensava di andarsene senza attendere la conclusione della serata come spesso aveva già fatto. Aveva lo stomaco pieno di tristezza, o meglio, si sentiva in colpa di aver mentito su Ellie e Tommaso che, chissà come, lo aveva scoperto. Per il resto, per il fatto di Giulia, aveva detto tutta la verità a parte che era preso dalla smania dolcissima di rincontrare quella ragazza, quella che non gli aveva neanche detto che lei era così, come proprio si vedeva in foto. E la cosa che più lo aveva colpito di lei era il senso di insoddisfazione che si portava addosso, in parte involontariamente, ma che le permetteva un'apertura di spirito notevole. Con lei si poteva parlare di tutto e tutto poteva essere messo in discussione. 
Un rotolo di pensieri in continuo svolgimento che fu fermato dall'ingresso di Giorgia nel locale e da un altro inconveniente inaspettato. 
Inizialmente Tommaso rimase in disparte ma lei con ostentata sicurezza si avvicinò. Alberto, di fianco, si limitò ad un cenno di saluto e a un sorriso (data la confusione e la sua svogliatezza improvvisa non riuscì in altro) come per dire che lui non c'entrava nulla tra lei e Tommaso e che era semplicemente amico a tutti e due. Tommaso, invece, si ostinava a non salutarla né a guardarla in faccia, con l'unica nota d'ansia visibile nel fatto che beveva più avidamente dal bicchiere. Vista la scena, o la scenata, Giorgia lanciò un'occhiata ad Alberto come per dire cosa devo fare finché si mise a preparare una sigaretta, la porse a Tommaso a mo' di invito per uscire fuori a fumare. Vedendo che Tommaso si era alzato in direzione della porta, Alberto tirò un sospiro di sollievo: i due stavano uscendo insieme, nonostante il passo svogliato di Tommaso non promettesse nulla di buono. 


Because the night – Patti smith 
Cosa farei con la salma di Mike – The Mansarda Sessions 
I wanna be your dog – The Stooges 


L'inconveniente positivo e inaspettato arrivò da lì a cinque minuti quando il cantante del gruppo, per la prima volta dall'inizio della scaletta – playlist, si mise a parlare e a presentare una canzone scritta in occasione di un avvenimento che aveva destato in loro una interrogativa curiosità: il trafugamento della salma di Mike.



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